Intanto, ecco la notizia sulla Tucker (Repubblica.it) che riporto interamente di seguito:
Cinque condanne e decine di assoluzioni al processo Tucker.
La pena più alta, 11 anni e 4 mesi per truffa, è per il fondatore dell' omonima azienda, Mirco Eusebi, che vendeva il dispositivo a tubo di scappamento per auto che, sulla carta, avrebbe dovuto abbattere l'inquinamento dei gas di scarico e far risparmiare combustibile e costi per aziende e privati.
Questo il verdetto di primo grado a Rimini, dopo 9 ore di camera di consiglio del collegio giudicante del Tribunale. Per Eusebi l'accusa aveva chiesto 15 anni di reclusione e altri 14 per la sua compagna di vita e di affari, Ivana Ferrara, che pure è stata condannata, a 10 anni e 10 mesi.
Insieme a loro sono stati condannati altri dirigenti dell'azienda: a Simone Ambrogiani, Samuele Pierfederici e Osvaldo Salvi sono stati inflitti 9 anni e 4 mesi ciascuno. Forse un po' a sorpresa, sono stati assolti altri esponenti del gruppo dirigente, come Emanuele Baroni, Dario de Bon e Iano D'Altri. Assolti anche i circa cinquanta dipendenti-adepti che erano accusati di aver dato vita a singole truffe.
Questa sentenza attribuisce le responsabilità della truffa Tucker a poche persone, in pratica Eusebi e i suoi stretti collaboratori, che comunque restano tutti in libertà in attesa dell'appello, che i loro difensori hanno già annunciato di voler presentare.
La pena più alta, 11 anni e 4 mesi per truffa, è per il fondatore dell' omonima azienda, Mirco Eusebi, che vendeva il dispositivo a tubo di scappamento per auto che, sulla carta, avrebbe dovuto abbattere l'inquinamento dei gas di scarico e far risparmiare combustibile e costi per aziende e privati.
Questo il verdetto di primo grado a Rimini, dopo 9 ore di camera di consiglio del collegio giudicante del Tribunale. Per Eusebi l'accusa aveva chiesto 15 anni di reclusione e altri 14 per la sua compagna di vita e di affari, Ivana Ferrara, che pure è stata condannata, a 10 anni e 10 mesi.
Insieme a loro sono stati condannati altri dirigenti dell'azienda: a Simone Ambrogiani, Samuele Pierfederici e Osvaldo Salvi sono stati inflitti 9 anni e 4 mesi ciascuno. Forse un po' a sorpresa, sono stati assolti altri esponenti del gruppo dirigente, come Emanuele Baroni, Dario de Bon e Iano D'Altri. Assolti anche i circa cinquanta dipendenti-adepti che erano accusati di aver dato vita a singole truffe.
Questa sentenza attribuisce le responsabilità della truffa Tucker a poche persone, in pratica Eusebi e i suoi stretti collaboratori, che comunque restano tutti in libertà in attesa dell'appello, che i loro difensori hanno già annunciato di voler presentare.
Da ricordare e anzi dar credito a Striscia la notizia di aver smascherato, puntando i riflettori, sul caso Tucker e ponendo fine a una situazione paradossale che ha fatto guadagnare alla Tucker diversi milioni di euro e chiudendo un caso partito dal 2001-2.
Cercando altre informazioni ho trovato QUESTO articolo del Corriere della Sera del 10 Ottobre 2002 dove venivano descritte alcune parti delle accuse.
Ora, non capisco come sia possibile che debba intervenire una trasmissione televisiva per dare risalto a una vicenda così pietosa e completamente ignobile, gente costretta a vendere e garantire così un guadagno per un prodotto inesistente (cioè vender fumo, no non quel fumo).
I punti anche da considerare sono:
- Agli aspiranti venditori veniva chiesta, all'assunzione, una somma in denaro secondo il meccanismo del franchising (da 4.500 a 10.000 euro, in alcuni casi prestati da una Finanziaria al 16%: è in corso un' indagine)
- Il sistema ricompensava chi era capace di reclutare subvenditori. Ad esempio, a chi ne avesse portati 20, sarebbero andati 10.000 euro.
- Era sotto gli occhi di tutti, ma proprio tutti: il lancio è avvenuto in grande stile con campagne soprattutto televisive: farfalle svolazzanti e i giochi di bimbi per promuovere un prodotto salubre. «Lo facciamo per l' ambiente», «per il risparmio energetico», «per farvi sognare» erano gli slogan dell' azienda, divenuta fornitrice delle nazionali di calcio e sponsor dell' ex Palavobis di Milano
- Chiunque cercava di andarsene, così come chi era incapace di fare rapidamente proseliti, venivano infatti invitati a «corsi di aggiornamento sul prodotto e la vendita» che erano l' anticamera dell' orrore, raccontano Finanza e polizia: «Erano sottoposti a violenza psicologica e, in alcuni casi, fisica». Il luogo di «recupero» era in una località a cavallo tra Romagna e Marche: gli «stagisti» venivano introdotti in una stanza tappezzata di nero per il «rito di purificazione» dove avveniva di tutto per umiliarli e mortificarli convincendoli così a rimanere per rifarsi o per paura.
- La TÜV Italia sembrerebbe che non abbia mai certificato il sistema qualità di Tucker.
Rimango comunque sconcertato che nessuno dei malcapitati costretti ai «corsi di aggiornamento» non abbia avuto la forza o lo scatto di ira per denunciare subito l'accaduto, far girare la voce di quello che succedeva, andarsene del tutto, reagire e difendersi da queste violenze e minacce verbali nonché fisiche.
Da queste e altre riflessioni a me sembra una bella piramidona in grande stile atta a farti entrare in una rete (sia per la ramificazione della struttura sia per il rimanerci intrappolato) che portava a scucire da 4.500 a 10.000 euro per un kit base e se si voleva uscirne senza perderci era necessario vendere molto oppure trovare e convincere - almeno - altre 20 persone e reclutarli come subvenditori, senza dimenticare che nessuno avrebbe mai fatto parola ai vari subvenditori dei lati negativi ;)
In ogni caso girovagando per internet potete imbattervi anche in qualche sito a favore della Tucker (ad esempio ho trovato tuckerfunziona.com) dove potete trovare diverse informazioni tra cui un documento che prometteva l'utilizzo per conto visione del tubo, che cito testualmente:
« dopo l'istallazione di alcuni dispositivi in giro per l'Italia, le percentuali di risparmio che si ottenevano, variavano da "0%" a 50%, 60% »
come dire tutto e niente, ci aggiungo io.
Mi rimangono diversi dubbi, possibile che gli altri dirigenti e dipendenti che provvedevano attivamente alla realizzazione del dispositivo, allo studio, alla installazione, alla certificazione, collaudo e quant'altro fossero veramente all'oscuro di tutto? ignoravano la verità e lavoravano in buona fede? era soltanto omertà allo stato puro? e che dire dei circa cinquanta dipendenti-adepti che erano accusati di aver dato vita a singole truffe e che invece sono stati assolti?
Collegamenti esterni: Notizia Tucker (Repubblica.it 06/01/2009) | Notizia Tucker (Corriere della Sera 10/10/2002) | tuckerfunziona.com | TÜV Italia